L’obiettivo principale dell’attività è stato quello di definire la suscettibilità all’innesco di frane rapide da fango, su scala larga, nel tratto dell’autostrada Napoli – Salerno compresa tra i comuni di Sant’Egidio del Monte Albino e di Salerno.

Risultano elaborate mappe di suscettibilità all’innesco ed invasione su larga scala che integrano dati circa la pericolosità del PAI (Piano assetto Idrogeologico) ed una serie di numerosi studi scientifici di riferimento. Nello specifico tali elaborati rappresentano la massima suscettibilità all’innesco e la linea massima di invasione per considerare il peggior scenario possibile.

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Massima suscettibilità all’innesco e linea di massima invasione per fenomeni da frana da colata rapida di fango.

 

Le piogge intense e prolungate, per effetto dell’infiltrazione, finiscono per imbibire le coltri piroclastiche, provocando un aumento del grado di saturazione del terreno e una conseguente riduzione della suzione e della resistenza a taglio, condizionando la stabilità del pendio e rappresentando uno dei principali fattori d’innesco di frana sui versanti non saturi. Le condizioni di stabilità delle coltri piroclastiche sono, quindi, influenzate dal contenuto d’acqua del terreno e di conseguenza dalla suzione, che variano continuamente con il regime delle piogge. A tal proposito, l’analisi del regime di pressioni neutre in un pendio, responsabili dell’innesco di colate di fango, può essere sviluppata in modo rigoroso, costruendo il modello completo di versante, che consiste in un primo gruppo di equazioni, in genere algebriche per le quali è necessario fissare le condizioni sui bordi ed iniziale. La condizione al contorno più complessa, ma allo stesso tempo cruciale è quella sul piano campagna, dove l’interazione idrica del terreno ed atmosfera avviene mediante un continuo scambio d’acqua derivante da un flusso entrante discontinuo allo stato liquido, ed un flusso uscente, pressoché continuo nel tempo, sotto forma di vapore generato dai processi di evaporazione e traspirazione. Oltre al grado di saturazione, la pressione neutra negativa dell’acqua nei pori ed alla permeabilità gioca un ruolo importante la temperatura, che è generalmente distribuita in modo non uniforme e non stazionario nello strato più superficiale. Spesso però si preferisce un approccio meno complesso che trascura l’influenza della temperatura sui flussi di acqua nel sottosuolo. In definitiva, l’analisi del regime di pressione dell’acqua nel sottosuolo può essere svolta:

  1. in maniera disaccoppiata e semplificata, analizzando il problema di flusso nel sottosuolo rigido e utilizzando la suzione così calcolata per l’analisi di stabilità del pendio, che può essere svolta con i metodi dell’equilibrio limite, supponendo il terreno rigido-plastico;
  2. in maniera accoppiata, considerando la mutua interazione fra il fenomeno idrodinamico e lo stato tenso-deformativo nel mezzo, considerato elasto-plastico. In presenza di fenomeni di instabilità superficiali, in cui le irregolarità topografiche del piano campagna (come ad esempi i tagli operati per la costruzione delle piste montane) sono un elemento fondamentale nell’innesco delle frane, la modellazione accoppiata del problema consente di portare in conto lo sviluppo progressivo dell’innesco.